Se cercate una via, sappiate che la guerra in atto fra Google ed Apple sulle mappe virtuali potrebbe portarvi in un luogo che non esiste. Aggiornate dunque il software del vostro smartphone tramite le seguenti istruzioni: fermate un passante e chiedete a lui.
Sul social network G+ è apparsa infatti una pubblicità che chiedeva di individuare la via 315 E 15th a Manhattan a due smartphone: un iPhone, soprannominato in tono di scherno #iLost (perduto) e un Droid RazrM, il cellulare della Google/Motorola basato su sistema Android. Il dispositivo Apple dimostrava di non trovare la località, indicando una via completamente diversa, la 315 Marlborough Rd, mentre il concorrente visualizzava il luogo esatto all’interno di una griglia di strade ed incroci. Le mappe di Apple non reggono il confronto con quelle di Google, la morale della campagna pubblicitaria.
Ma Apple Insider, rovina il piano dell’avversario, dimostrando che l’indirizzo 315 E 15th a Manhattan, semplicemente non esiste: al suo posto vi è in realtà un parco, situato a Stuyvesant Square. E per di più, i diversi quartieri della zona vennero rinominati proprio Marlborough nel 1905: le Apple Maps avevano fornito dunque le indicazioni più verosimili. Google incassa, e non risponde.
Google Boomerang – Le mappe sono un settore caldo del mercato mobile per via del loro largo utilizzo, il 77% dei proprietari di uno smartphone, secondo fonti Nokia, lo usano prevalentemente come navigatore. La guerra fra Apple e Google partì quando l’azienda della mela decise di sfrattare le mappe del concorrente dai suoi dispositivi, proponendo un proprio sostituto.
Le Apple Maps, che hanno recentemente debuttato in occasione del lancio del nuovo sistema operativo iOS 6, si sono però rivelate un flop, per via di gravi inesattezze (Berlino posizionata in Antartide) e altri errori. Google, che sta preparando un’applicazione gratuita da scaricare e integrare con i dispositivi della Apple per stroncare sul nascere le mappe concorrenti, ha pensato di dimostrare la sua superiorità con un confronto, rivelatosi però come un boomerang non solo per l’errore in sè, quanto per l’immediato sospetto che l’indirizzo in questione sia stato deliberatamente inventato per vincere la sfida.
“Così Google ha cambiato business? – ha commentato un utente proprio sotto il controproducente annuncio pubblicitario – suppongo che se il vostro prodotto non è capace di affermarsi da solo, potete sempre mentire su quelli dei concorrenti”.
Roberto Trizio