Quanto vale un Bitcoin? e perché il Bitcoin sale o scende con una volatilità ed una rapidità estrema?
Questa nuova criptovaluta, che ha scompaginato il mondo della tecnologia e della finanza degli ultimi anni, ha ancora diversi elementi da chiarire e assieme a Daniele Marazzina, Professore di Finanza Quantitativa al Politecnico di Milano, comprenderemo le basi di questo fenomeno.
Per capire, partiamo dal valore di una moneta classica: fino ad alcuni secoli fa, questo derivava dalla quantità di metallo prezioso contenuto all’interno della moneta stessa. Mentre invece oggi non è più così. Cosa dà valore ha una moneta?
Il valore è semplicemente il potere d’acquisto, cioè la quantità o qualità di cosa posso comprare con quella moneta. E il potere d’acquisto a sua volta deriva dalla fiducia che i cittadini hanno in uno Stato che dà corso legale e stampa quella moneta.
In altre parole, la fiducia di poter utilizzare la moneta per degli scambi e dei pagamenti fa in modo che questa sia accettata da chiunque. Tanto più è forte quella fiducia, tanto più la moneta ha valore.
Cosa apprezza o deprezza una moneta? Da cosa dipende la variazione del valore?
Dipende sicuramente dal rapporto che uno Stato ha con gli altri Stati. E ovviamente dalla politica monetaria che decide di attuare: generalmente più soldi vengono stampati e meno la moneta è potente, perché ce n’è una quantità maggiore.
I bitcoin, sono considerabili una moneta vera e propria?
Attualmente no. Sono una criptovaluta, ma non una valuta. Perché non hanno ancora le caratteristiche tecniche per rientrare all’interno della definizione di moneta.
Il problema principale è la volatilità: i Bitcoin sono estremamente volatili, cioè il loro valore subisce cambiamenti frequenti anche di grande entità; e senza un valore abbastanza stabile non si può parlare di moneta.
Immaginiamo che io debba comprare un prodotto che ha un determinato prezzo: se nell’arco anche di poche ore il prezzo cambia sostanzialmente, io posso pagare di più o di meno con una rapidità destabilizzante.
Attenzione: con i Bitcoin ciò che cambia è il loro valore rispetto alle valute tradizionali, come il dollaro o l’Euro.
Facciamo un esempio: immaginiamo che un bene costi 8000 dollari, e un Bitcoin valga 8000 dollari. Allora il prezzo di quel bene sarà di 1 Bitcoin. Ma se nell’arco di un’ora il cambio Bitcoin/dollaro passasse da 8000 a 7000 dollari, allora il prezzo di quel bene sarà pari a 1.14 Bitcoin, che sono sempre 8000 dollari.
Essendo il valore dei beni che quotidianamente acquistiamo espressi in valuta classica, l’alta volatilità del Bitcoin comporta un’alta variazione dei prezzi, e quindi la non idoneità dei Bitcoin ad essere una valuta.
E il valore di un Bitcoin da cosa è definito attualmente?
Come tutte le cose, dal rapporto tra la domanda e offerta. Il problema è che mentre l’offerta è piuttosto rigida perché i Bitcoin possono essere minati (cioè prodotti) fino al limite massimo di 21 milioni, la domanda è invece estremamente variabile.
Questo comporta un valore incerto e molto volatile di ora in ora. Inoltre non esiste nessuna autorità centrale con il compito di stabilizzarne il valore: anche per questo il Bitcoin è diverso dalle valute classiche
Ma nel medio periodo tende ad apprezzarsi…
Sì. Evidentemente al di là della singola giornata, si può dire che il mercato stia dando abbastanza fiducia a questa criptovaluta. Viene vista, lo dicono i dati, come una scommessa.
Come la possibilità di creare un oro digitale che possa poi evolvere in una valuta reale. Questo è il motivo per cui nel medio periodo i Bitcoin tendono ad aumentare di valore.
Ma attenzione, i rischi ad investire in Bitcoin sono molteplici: oltre l’elevata volatilità, ricordiamo sempre che è un investimento senza paracadute. Non essendo fatto tramite i classici canali di investimento, e non essendo regolato, non ci sono tutele nei confronti dell’investitore.
Se ad esempio una piattaforma di acquisto Bitcoin fallisse, non ci sarebbe nessuna tutela per gli investitori, mentre sappiamo che in caso di fallimento di una banca i correntisti sono almeno in parte coperti da garanzie dello Stato. Per questo il consiglio che viene dato da molti è di investire in Bitcoin solo il capitale “available for loss”, cioè di cui si può sopportare la totale perdita.
Potrebbero i Bitcoin diventare una valuta a pieno titolo e acquisire corso legale?
Al momento attuale direi di no. Lo potrebbe diventare solo se supereremo alcuni paradigmi al momento imprescindibili. Ad esempio, oggi le banche centrali possono decidere di stampare moneta per dare impulso all’economia: saremo mai pronti a perdere questa libertà e a darla in mano ad un algoritmo?
E per quanto riguarda la blockchain? questo sistema decentralizzato e distribuito dove le transazioni sono autorizzate dalla comunità (consenso distribuito)? potrebbe diventare un modello per tutti gli scambi del mondo?
Su questo esistono due teorie. La prima pensa che la blockchain esista solo in correlazione con i Bitcoin, ovvero che non possa sopravvivere senza di loro.
Altri ritengono che la blockchain potrebbe sopravvivere come sistema indipendente. Ma in questo caso ci sono dei problemi, innanzitutto i costi di gestione e il potere di calcolo necessario.
L’ipotesi più verosimile è che la blockchain possa essere utilizzata in ambienti ristretti o comunque in scenari abbastanza limitati, ma la vedo dura su scala mondiale. E’ però indubbio che l’idea di consenso distribuito che la blockchain ha portato alla ribalta è un’innovazione che avrà ripercussioni anche forti.