Pochi giorni fa Twitter ha annunciato sullo Status Blog che gli utenti hanno la possibilità di seguire un massimale di 1000 utenti al giorno, questa regola è stata introdotta per impedire lo spam, che anche su Twitter si diffonde come su ogni servizio degno di nota sul web.
Questa nuova regola, combinata con tutti i parametri già esistenti all’interno del servizio di microblogging rendono impossibile ai marketers e a coloro i quali vogliono autopromuoversi racimolare migliaia di followers, seguendo a loro volta molti utenti. Un atteggiamento largamente diffuso fino ad oggi.
Un dettaglio non trascurabile, anche se le cifre a quanto pare si ridurranno, è che molti marketers, bloggers o liberi professionisti del web usano la “reciprocità” in Twitter: se un utente comincia a seguirli, loro seguono a loro volta.
E questo per ottenere alcune cose, quali?
1) Fare soldi: L’obiettivo è quello di monetizzare gli utenti Twitter linkando e raccomandando prodotti o servizi, propri o di terze parti, lo fanno tramite tweets che contengono affiliate links diretti, oppure tramite messaggi ai propri followers, usando la @username, con lo stesso tipo di link.
2) Migliorare la propria reputazione. Accumulare followers con l’obiettivo di migliorare la loro reputazione in un settore specifico come il marketing sociale o i mezzi di comunicazione. I followers inoltre, vengono poi reimpiegati in altri social media come Digg e Facebook.
3) Ottenere più traffico sul proprio sito/blog. Più followers significa più visitatori, più iscritti al feed rss o alla newsletter.
4) Viralizzare il contenuto del proprio sito/blog condividendolo con i propri followers.
Molte persone pensano che per ottenere questi risultati sia necessario avere una lista sconfinata di followers a cui propinare links e post del proprio blog. Il paradigma è semplice: più gente ti segue, più hai la possibilità di avere traffico gratuito ed ottenere questi 4 risultati.
Ma questa strategia di “marketing” realmente funziona?
L’attività dei propri followers conta. Qundi ponetevi queste domande:
– Sono realmente interessati?
– Rispondono alle vostre sollecitazioni?
– Condividono ulteriormente i vostri contenuti?
– In caso voi abbiate un blog, si trasformano in abbonati al vostro feed rss, per avere una fruizione ancor più agevolata dei vostri post?
– Vi hanno fornito mai un feedback del vostro lavoro?
Un fattore su cui attualmente vale la pena contare, è che l’abitudine del Retweet (cioè citare il messaggio di un altro riproponendolo ai propri followers) sta prendendo sempre più piede, il bottoncino Retweet ha praticamente soppiantato quello strautilizzato di Digg, e c’è chi addirittura lo propone all’inizio del post a destra o a sinistra, proprio come avveniva con quello di Digg, per poi mostrare un ulteriore link alla fine dell’articolo.
La tendenza appare ormai consolidata su molti blog, soprattutto quelli affremati, che possono contare, questa volta positivamente, sul numero di retweets mostrato nel bottone.
C’è una fondamentale differenza tra il numero di followers che un singolo individuo ha su Twitter ed il count del numero di retweets: il numero di followers, se non si tratta di utenti interessati, motivati e che interagiscono, a livello di marketing è fine a se stesso, mentre il conto dei retweets rappresenta azioni utili, efficaci e produttive messe in atto da utenti realmente interessati a condividere il contenuto trovato con i propri followers. Nel caso del numero elevato di followers non targetizzati non si hanno azioni concrete degne di nota, mentre i retweets sono esattamente il contrario, linfa vitale del marketing su Twitter.
Come possibile obiettivo, potete dirigervi su due tipologie principali di Twitter users:
1) Le persone che hanno il potere di aiutare il tuo business e crescere.
2) L’utente medio che potrebbe divenire un potenziale cliente
Il tutto dipende da quale obiettivo si intende ottenere dalla propria presenza su Twitter, dipende inoltre dalle aspettative relative al tempo. E’ molto importante infatti avere pazienza, non cercare immediate conversioni dei click in vendite o feedback positivi, ma costruire la propria immagine poco alla volta dando ancor prima di ricevere.
E’ da preferire la strategia di fare network con delle personalità influenti già affermate, a fare networking veramente non solo seguirli sperando in una sorta di reciprocità, che, se ingaggiati dai vostri prodotti/contenuti/servizi li promuoveranno al difuori di Twitter, perché possono contare su un’audience già consolidata e su una piattaforma già lanciata.
In pochi punti tutto si riassume in questo:
1) Followers, anche pochi, ma buoni.
2) Costruite la vostra immagine poco alla volta, pensate alla qualità (Content is king)
3) Non abbiate fretta, se valete, i risultati arriveranno
(Fonte: technicoblog.com)
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