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Le Google Car che si guidano da sole, senza conducente, sono realtà. A quasi un anno di distanza dalla presentazione del primo prototipo, “Big G” ha annunciato per la prossima estate l’arrivo delle sue “auto che si guidano da sole” su strade pubbliche. Dopo aver percorso qualcosa come 1,6 milioni di chilometri all’interno del circuito privato dell’azienda di Mountain View, i prototipi sono stati giudicati pronti per varcare le soglie della proprietà Google e circolare sulle strade pubbliche della California.
Google Car. Come funziona l’auto che si guiderà da sola
Il prototipo integra essenzialmente una serie di sensori sparsi lungo la carrozzeria, in grado di far capire al sistema di controllo la posizione del veicolo, gli ostacoli lungo la strada, la posizione di altre automobili, moto, biciclette e pedoni, impostando attraverso un computer la traiettoria e la velocità ottimali per spostarsi nel traffico in tutta sicurezza. Il software di bordo impiegato è lo stesso presente nella flotta di Suv Lexus RX450h, realizzato appunto da Google e con oltre un milione di miglia all’attivo percorse per le strade di tutto il mondo. Il primo scoglio da superare, senza ombra di dubbio, sarà di tipo culturale: quanti saranno pronti ad affidare la propria vita a una macchina libera di correre lungo le strade?
Google Car: le tecnologie del futuro al servizio degli automobilisti
I prototipi “promossi” da Google per la guida su strade pubbliche avranno una velocità di 40 km/h e la possibilità per il passeggero, qualora si rendesse necessario, di prendere il controllo del veicolo attraverso i classici comandi delle automobili (volante e pedali). Nonostante questi limiti di sicurezza, per molti un veicolo capace di spostarsi autonomamente potrebbe sembrare ancora una realtà fantascientifica, nonostante tecnologie di questo genere siano impiegate da decenni da numerose case automobilistiche su veicoli sperimentali.
La sicurezza, in ogni caso, non dovrebbe essere il problema primario per le auto Google che “si guidano da sole”: secondo un indagine del Dipartimento dei Trasporti statunitense, circa il 95% delle cause di incidenti stradali è da ricercarsi in una cattiva condotta stradale del conducente, quindi nel fattore umano. Difficilmente, a conti fatti, un computer potrebbe fare peggio di un uomo.
Non è chiaro al momento quale sarà la durata di questa seconda fase di test: sotto questo aspetto Google non ha azzardato previsioni circa una futura immissione sul mercato delle auto che si guidano da sole. Potrebbero occorrere anni oppure decenni prima dell’effettiva commercializzazione di questi veicoli e, senza ombra di dubbio, l’impatto psicologico sugli automobilisti giocherà un ruolo fondamentale sull’affermazione di queste nuove tecnologie. I problemi da affrontare sono ancora molteplici e spaziano dalla sicurezza dei passeggeri a quella degli altri veicoli, passando per l’autonomia limitata dei veicoli elettrici che attualmente rappresenta un grande limite allo sviluppo di questi prototipi.
Google Car: caratteristiche e prestazioni
Una delle principali applicazioni dell’auto che si guida da sola potrebbe essere rappresentata dal classico tragitto “casa-lavoro”, grazie all’abilità dei sensori di leggere le condizioni del traffico e interpretarne i flussi, consentendo cambi di corsia, svolte e manovre in sicurezza grazie alla possibilità di interagire con altri veicoli e di tenersi a debita distanza da questi.
Limitati i numeri dell’ormai prossima sperimentazione: si partirà con appena 25 vetture durante l’estate, destinate ad aumentare in pochi mesi fino a 50, 100 esemplari da testare nelle più diverse condizioni climatiche e ambientali: pioggia, sole, neve, pianura, collina, montagna. Limitate, come già accennato, la velocità massima (circa 40 km/h) e l’autonomia della batteria (circa 130 km con una singola carica).
L’obiettivo di Mountain View, ambizioso, è quello di eliminare in un prossimo futuro l’errore umano alla guida, garantendo strade più sicure e un drastico calo degli incidenti sulle strade. Ancora da chiarire, invece, gli aspetti di natura amministrativo/legale: in California come in molti altri Paesi del mondo, il codice stradale non prevede l’esistenza di veicoli privi di comandi a disposizione del pilota. La stessa Fbi, quasi un anno fa, aveva sollevato più di un dubbio in merito alle possibili attività criminali cui un veicolo simile si presterebbe. Sotto questo punto di vista, a quanto pare, Big G dovrà confrontarsi con una lunga serie di limitazioni che potrebbero far slittare di molto il debutto di queste automobili sul mercato.