Punti chiave
L’idea nasce da due imprenditori italiani, Massimo Canigiani e Carlo Scattolini: acquistare il marchio Commodore e rilanciarlo, investendo nel mondo degli smartphone. Ora il progetto è diventato realtà ed entro fine mese, ma forse anche prima, verrà commercializzato Commodore PET, smartphone che riprende il nome dal celebre computer degli anni ’80.
Commodore PET. Le caratteristiche dello smartphone italiano
La data del lancio non è ancora stata annunciata ma nel frattempo sono uscite diverse indiscrezioni, confermate dalla casa anche sul profilo Facebook ufficiale. Commodore PET, smartphone con cui verrà rilanciato il marchio Commodore, ora ha un volto e anche una prima scheda tecnica.
Sarà dotato di un display di 5,5 pollici e doppia fotocamera. La principale sarà una Sony a 13 Mp con risoluzione massima di 4096×2304 pixel e video fino a 1080p in alta definizione. Quella frontale sarà da 8 Mp con lente grandangolare da 80 gradi e, per entrambe, le foto potranno essere scattate anche usando il tasto dedicato sul lato destro dello smartphone.
Commodore PET avrà un processore Mediatek octa-core a 64-bit da 1.7 GH con scheda grafica AMD Mali T760 e una batteria removibile da 3000 mAh. Sarà inoltre dual SIM con connettività 4 GB. E verrà proposto in due versioni: una da 16 GB di memoria con 2 GB di RAM e un prezzo indicativo di 275 euro e una da 32 GB di memoria con 3 GB di RAM a 330 euro. Entrambe avranno una memoria espandibile fino a 64 GB ma saranno vendute con una microSD da 32 GB inclusa.
Il sistema operativo sarà Android, in versione 5.0 Lollipop e tra le funzioni previste dovrebbero esserci un sistema di comando che permette di interagire con lo smartphone scuotendolo e Daydream, la feature di Android che consente di scegliere le informazioni che compaiono sul display durante il caricamento.
La scocca è in alluminio e i colori al momento del lancio dovrebbero essere bianco, nero e lo storico beige-biscotto, quello del vecchio Commodore. Ma si potrà personalizzare anche con cover in policarbonato di altre tonalità.
La particolarità di PET è, però, la presenza di due emulatori di Commodore 64 e Amiga, i modelli di maggior successo del marchio Commodore. Il primo sarà il VICE C64 emulator, sviluppato e ottimizzato per il PET da Lubomyr Lisen; l’altro, lo Uae4All2-SDL Amiga emulator. Significa che potremo giocare di nuovo a Bubble Bobble, Maniac Mansion e a Emlyn Hughes International Soccer.
Commodore PET, smartphone che celebra la storica Commodore
Alla domanda, cosa abbia spinto due imprenditori italiani a far resuscitare Commodore, la risposta dei diretti interessati è: l’amore per il marchio. Già, perché, come affermano Paolo Besser, general manager e Massimo Canigiani, CEO della società, “Commodore negli anni Ottanta era praticamente il sinonimo di computer”.
La storia di Commodore inizia con Jack Tramiel. Ex militare di origine polacca, aveva inizialmente concentrato il suo business nel mercato delle macchine da scrivere, prima con la Commodore Portable Typewriter Company, un negozio specializzato nella loro riparazione, e poi la Commodore Business Machines Ltd, società di importazione sempre di macchine da scrivere. Il nome “commodore” era una costante e non fu mai cambiato: in inglese è un grado da ufficiale della Marina Militare, a cui Tramiel fu sempre legato. E infatti lo riprese anche nel 1962 quando fondò negli Stati Uniti la Commodore International Ltd, specializzandosi questa volta nella produzione di calcolatrici elettroniche.
Commodore PET, smartphone che rievoca il Commodore PET
Negli anni Settanta ci fu la svolta: la concorrenza divenne troppo agguerrita e Tramiel decise di entrare nel mercato dei personal computer. Nel 1977 fu presentato il primo Commodore PET, giocando sul doppio senso dell’acronimo. PET stava per Personal Electronic Translator ma in inglese “pet” è anche l’animale da compagnia. E infatti il PET divenne veramente la compagnia di milioni di acquirenti, tanto che il primo modello, il Commodore PET 2001 è considerato il primo personal computer di massa della storia.
Il suo punto di forza era infatti il costo contenuto. Si trattava di una macchina spartana ma efficiente e venduta a un prezzo concorrenziale rispetto ai principali competitors. Lo schermo, bianco/blu su nero, proiettava solo testi e, al massimo, quadretti e simboli vari che erano quanto più si avvicinasse al concetto di grafica e immagini. Il modello di lancio aveva 4 KB di RAM, poi ampliati fino ad arrivare a 96. Il suo registratore di cassa integrato, con la possibilità di salvare dati su musicassette, riscosse enorme successo, facendo passare in secondo piano la scomodità della tastiera, con tasti piccoli, ravvicinati e difficili da schiacciare.
Commodore PET, smartphone che riprende i giochi di Commodore 64 e Amiga
Uscirono varie edizioni del Commodore PET, ogni volta potenziato e migliorato. Ma il vero successo arrivò nel 1982 quando fu presentato il Commodore 64, entrato nel Guinness dei primati per essere stato il computer più venduto al mondo (se ne stimano circa tra i 12 e 30 milioni di esemplari). Rispetto al PET era più semplice da utilizzare, più potente (64 KB di RAM), più facile da programmare e migliore a livello di grafica e suono, caratteristiche che lo resero perfetto come periferica di gioco. Il tutto a un prezzo sempre estremamente competitivo.
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Puntò su questo anche il suo successore, l’Amiga. La prima serie di Commodore Amiga fu lanciata nel 1985 con il modello Amiga 1000. Il suo punto di forza fu la multimedialità grazie a un chip custom in grado di gestire grafica, animazione e suono, ancora una volta a costi contenuti.
In Italia, così come nel resto del mondo, fu un successo strepitoso. Per tutti Commodore significava computer ma anche videogiochi tanto che negli anni Ottanta nacquero numerose software house che svilupparono giochi per il PET e l’Amiga. Fu così per Play 3D Soccer, prodotto dalla bolognese Simulmondo oppure Italy ’90 Soccer, realizzato dalla romagnola Dardari Bros. E ancora Lupo Alberto: The Videogame creato dall’IDEA Software di Milano o The Big Red Adventure o Nippon Safes della ligure Dynabyte. Giochi che ora potranno essere riutilizzati proprio sul nuovo smartphone Commodor PET.
Commodore PET, smartphone e un’azienda made in London con cuore italiano
Negli anni Novanta però la Commodore International Ltd fallì, sopraffatta dalla concorrenza e da errori di gestione interni. Negli anni diverse aziende hanno acquisito il marchio cercando di riportarlo in auge, ma tutti i tentativi sono falliti.
Sino ad oggi, quando Massimo Canigiani e Carlo Scattolini decidono di rilanciare il brand in un campo del tutto nuovo, quello degli smartphone. La nuova società si chiama Commodore Business Machines Limited e ha sede a Londra ma il team è composto da professionisti quasi tutti italiani. Provengono da diversi settori che comprendono i media, la grafica, l’informatica e persino la musica. Il punto in comune è la grandissima passione per la Commodore perché, così come affermano in una delle interviste pubblicate sulla pagina Facebook, tutti possedevano un C64 o un Amiga.
Ora la mission è quella di rilanciare il brand conquistando anche le generazioni più giovani attraverso smartphone sempre più accattivanti e tecnologicamente avanzati e, come afferma Massimo Canigiani “parlando loro attraverso i social network e i canali di comunicazione che amano di più”. In futuro la società non esclude di ampliarsi anche ad altri settori dell’elettronica, tenendo a mente sempre l’obiettivo principale: quello di far tornare la Commodore ad essere uno dei più grandi player del mercato.