Punti chiave
Gli smartphone Xiaomi sono da sempre il simbolo del prodotto performante ma economico.
La serie Redmi Note ha così goduto dell’immagine di smartphone con tante funzioni ma dal buon rapporto qualità/prezzo. E fino a qualche anno fa, qualsiasi appassionato di smartphone sceglieva immediatamente lo Xiaomi quando voleva ottenere un buon compromesso.
Ma da allora il mercato degli smartphone è diventato molto più frammentato e confuso. Quasi tutte le altre società, stanno ora provando a cavalcare l’onda della convenienza, facendo pressione sullo storico marchio Xiaomi e sul suo sottomarchio Redmi.
Xiaomi Redmi Note Note Pro (o 9S, la sua versione per il mercato internazionale) ha come obiettivo quello di riconfermare il marchio al vertice della sua categoria.
Design. Elegante ma massiccio
Lo Xiaomi Redmi Note 9 Pro è dotato del design “Aura Balance” che unisce la simmetria alla pulizia delle linee.
Questo approccio progettuale comprende dei disegni olografici 3D abbinati a colori altamente brillanti. Xiaomi intende progettare tutti i suoi telefoni del 2020 con questo design che possiamo vedere anche sullo Xiaomi Mi 10 e Mi 10 Pro, che presto verranno lanciati in India.
Questo nuovo stile conferisce al Redmi Note 9 Pro un aspetto molto più Premium e accattivante rispetto ai dispositivi lanciati in precedenza della serie.
Sono disponibili nei colori Glaciere White, Interstellar Black e Aurora blu.
Il pannello posteriore è altamente riflettente ed è protetto da uno strato di Gorilla Glass 5 che fa sembrare il telefono più robusto e resistente ai graffi ma aumenta anche il suo peso, rendendolo più vulnerabile agli urti.
Sul pannello di vetro spicca il marchio Redmi, vicino alla parte inferiore, in perfetta simmetria con il flash LED e con la piccola scritta “Fotocamera da 48 MP”
Il modulo che ospita i sensori delle fotocamere, che qui troviamo in forma quadrata, è molto diverso dai modelli lineari utilizzati da Redmi sui dispositivi precedenti.
Questo nuovo layout quadrato presenta un paio di vantaggi evidenti rispetto alla disposizione lineare che troviamo ad esempio nel Note 8 Pro.
Innanzitutto è più saldo quando lo appoggiamo su una superficie piana. In secondo luogo, la fotocamera è ora maggiormente integrata, più sottile e più elegante.
Il Redmi Note 9 Pro è abbastanza pesante, 209 grammi, e in mano dà una sensazione di robustezza, senza essere eccessivamente tozzo.
A condizione che non si utilizzi una cover o una custodia, il che farebbe diventare il prodotto un po’ troppo massiccio.
Il design del telaio del Redmi Note 9 Pro ricorda quello del POCO2 X2, con sottili differenze nel posizionamento degli elementi.
E’ realizzato in plastica, con uno scanner di impronte digitali sul lato destro e con un tasto del volume posizionato qualche millimetro più in alto rispetto alla tradizione.
Nel bordo inferiore una porta USB-C, il microfono principale, l’altoparlante mono assieme ad un vecchio e caro jack per cuffie da 3,5 mm.
Abbiamo anche il Blaster IR, che serve per usare lo smartphone come telecomando, una funzione ormai non più presente su molti altri dispositivi, accanto al microfono secondario per la cancellazione del rumore.
Sul lato sinistro troviamo un vassoio per la SIM in grado di ospitare contemporaneamente due schede SIM o una scheda SIM e una scheda di memoria MicroSD. Cè anche una aggiunta inaspettata, un piccolo LED di notifica di colore bianco, incastonato nel bordo in alto.
Display. Qualche sbavatura
Il display del Redmi Note 9 Pro è progettato per affascinare l’utente. Possiamo dire che la forma del display è perfettamente in linea con quegli ideali di simmetria e di equilibrio che abbiamo menzionato in precedenza.
Il display misura 6,67 pollici in diagonale e i colori appaiono piuttosto freschi e più saturi della media del mercato, anche se sembra avere una luminosità leggermente inferiore, come confermato anche dalle specifiche tecniche.
E’ ben leggibile alla luce del giorno, anche se in alcune situazioni particolarmente luminose o con un po’ di sole si rischia di perdere un po’ la saturazione dei colori.
La fotocamera selfie del Redmi Note 9 Pro è circondata da un bordo nero che molto probabilmente impedisce alla retroilluminazione del display di causare interferenze.
Notiamo qualche scolorimento quando si guarda il display da certe angolazioni e questo è un difetto: la retroilluminazione di pannelli LCD di una certa qualità non dà questo problema.
Questo fenomeno è comune ad LCD di qualità media, laddove la differenza di colore non è sufficiente per mascherare il difetto della sbavatura dei bordi.
Insomma, la forma è ottima ma la qualità del display non è entusiasmante.
Mentre i concorrenti stanno puntando su display con frequenze di aggiornamento elevate, Redmi rimane ad una frequenza di 60 Hertz, per cui le immagini in movimento non sono esattamente le più fluide possibili, soprattutto se utilizzi un videogioco con una certa “fame” di qualità grafica.
Il display non ha nemmeno alcun tipo di certificazione HDR e alla prova dei fatti la riproduzione in Full HD di alcune serie su Amazon Prime o Netflix ha riscontrato qualche leggera sbavatura un po’ sgradevole.
Performance. Nella media
Dal punto di vista delle prestazioni, Redmi Note 9 Pro o 9S sono alimentati dal processore Qualcomm Snapdragon 720G, introdotto solo pochi mesi fa sulla serie.
Lo Snapdragon 720G presenta alcuni piccoli miglioramenti rispetto alla versione 730 dello scorso anno, fra cui annoveriamo una maggiore velocità di clock per le prestazioni del core.
Snapdragon 720G è alla pari con le prestazioni dei modelli precedenti e in alcuni casino notiamo dei buoni miglioramenti.
Le prestazioni complessive sono quindi soddisfacenti, e anzi notiamo che nei test, sia single che multi core, il prodotto si posiziona al di sopra dei suoi colleghi come il POCO X2, il Realme X2 e il Redmi Note 8 Pro.
Simulando le attività quotidiane come la modifica di documenti, foto e video ma anche la navigazione sul web e l’utilizzo intenso delle applicazioni, abbiamo dei risultati contrastanti.
In alcuni casi il Redmi Note 9 Pro ottiene il punteggio più basso rispetto ad esempio al Realme 6 pro, in alcuni casi invece le cose migliorano.
La risposta sta nella differenza di RAM. La versione da 6GB potrebbe riscontrare alcuni rallentamenti o non essere sempre al passo con le esigenze dell’utente, mentre la 8GB di RAM dovrebbe bastare per un utilizzo abbastanza intenso.
Per quanto riguarda la velocità di archiviazione, in Redmi Note 9 Pro non teme la concorrenza di nessuno. Rimane all’interno della media del mercato, tendenzialmente con delle buone prestazioni, per cui la velocità di scrittura non rappresenta un problema.
Per le prestazioni di gioco, il chipset supporta bene i frame da 40 FPS di PUBG mobile, ma manca il supporto per il gameplay HDR.
Il colpevole di questo tuttavia non è la Xiaomi ma la Qualcomm. Le prestazioni possono essere spinte ancora più in là attraverso alcuni strumenti come per esempio pubg gfx, ma questo potrebbe causare instabilità nei giochi e la necessità di ripristinare le impostazioni di partenza ogni volta che si esce dall’applicazione.
Quello che consigliamo di fare è impostare la frequenza dei fotogrammi da “alta” a “molto alta”: provando con questa soluzione e utilizzando le impostazioni massime predefinite abbiamo notato delle buone prestazioni, e una minima generazione di calore del processore.
In questo modo si possono far girare bene dei giochi di medio livello.
Xiaomi ha aggiunto un nuovo motore di vibrazione che si traduce in un feedback tattile più rapido: esistono diversi profili di vibrazioni associati a diverse azioni come la digitazione, i gesti di navigazione o le interazioni con le applicazioni.
Sfortunatamente nei giochi non ci sono vibrazioni da poter attivare.
Sistema operativo. Forte ma pieno di app
Il prodotto si basa su Android 10, integrato con l’interfaccia personalizzata MIUI 11 e le ultime patch di sicurezza.
Di per sé funziona molto bene, anche se bloatware, le applicazioni praticamente inutili al limite dell’indesiderato, e contenuti promozionali continui appesantiscono l’esperienza dell’utente.
L’azienda afferma che l’utilizzatore può rimuovere o disabilitare alcune di queste funzionalità, ma molte volte siamo al limite dello spam.
Non abbiamo tantissime possibilità di personalizzazione, ma possiamo agire sulla grafica dell’interfaccia utente.
Scorrendo verso l’alto nella schermata iniziale verrà avviato il browser che consente di cercare le applicazioni installate. E’ comodo ma non dovremmo dover utilizzare questa scorciatoia tutto il giorno.
Abbiamo una modalità scura, per risparmiare batteria, temi dell’interfaccia utente scaricabili e le impostazioni di salute di Google.
Puoi anche clonare le applicazioni e archiviare i dati riservati in uno spazio protetto per la privacy oltre che gestire le risposte rapide ai messaggi all’interno del pop-up di notifica.
Batteria. Durata ottima, ricarica lenta
Redmi Note 9 Pro ha una super batteria da 5020mAh che dura tutto il giorno e ha superato le nostre aspettative. Con un uso moderato possiamo arrivare tranquillamente ai 2 giorni di utilizzo.
È durato circa 15 ore con la luminosità dello schermo impostata su automatico. Quanto a durata possiamo essere enormemente soddisfatti.
Per la ricarica, impiega 90 minuti per passare dal 10% al 90% ma dopo il 90, la ricarica rallenta in modo significativo e lo smartphone impiega altri 40 minuti per raggiungere il 100%, e non capiamo esattamente come mai.
Comunque, aspettare più di due ore per avere lo smartphone carico, ci sembra un po’ troppo.
Connettività. Soddisfacente
In termini di connettività Redmi Note 9 Pro supporta la connessione LTE e il Bluetooth 5.1.
L’elenco delle bande LTE supportate dallo smartphone è abbastanza ristretto in quanto il telefono è disponibile solo in India ma si espanderà certamente con le versioni internazionali come proprio la 9S.
Per una navigazione migliore e più accurata il telefono supporta anche il GNSS a doppia frequenza.
Fotocamera. Appena accettabile
Il Redmi Note 9 Pro è dotato di una configurazione quad camera tra cui il sensore principale che è un Samsung Isocell Bright GM1.
Le altre fotocamere includono una fotocamera grandangolare da 8 MP con un campo visivo di 119 °, una fotocamera macro da 5 MP con autofocus e infine un sensore di profondità da 2MP. Per i selfie una da 16MP.
Alla prova dei fatti la fotocamera primaria riprende delle buone immagini, all’esterno i colori vengono resi molto bene e la luminosità è soddisfacente.
Le prestazioni si abbassano drasticamente all’interno, in quanto in condizioni di poca luminosità le ombre sembrano prevalere. La nitidezza delle immagini è invece piuttosto soddisfacente.
Quando arriva la sera ottimo lavoro da parte della modalità notturna, che cattura bene tutta la luce disponibile e restituisce delle immagini appropriate e ben equilibrate.
La ripresa grandangolare non è fra le migliori assolute che abbiamo visto sul mercato, ma i risultati sono accettabili.
Anche le riprese macro registrano dei risultati soddisfacenti, con dei buoni dettagli. Molto bello l’effetto Bokeh, che permette di realizzare scatti di oggetti piccoli molto belli.
Apprezziamo la fotocamera per i selfie, che restituisce degli ottimi colori e lavora molto bene con le tonalità della pelle.
Xiaomi vanta una modalità notturna migliorata, un autofocus con rilevamento dei movimenti e un profilo colore ottimizzato.
I video possono essere registrati a 4K a 30 FPS o 1080p a 60fps. La registrazione a rallentatore a 720p arriva fino a 960 FPS.
Uno dei destinatari principali di questo telefono sono i creatori di contenuti video, in particolare gli utenti TikTok, per cui esiste una modalità “Short video” apposita con un limite di 15 secondi.
Puoi anche girare video usando la videocamera macro o salvare filmati RAW a 8-bit per l’elaborazione esterna.
Conclusione. Bene ma non benissimo
Il Redmi Note 9 Pro incanta con il suo nuovo aspetto e il suo design Aura Balance. In termini di specifiche si tratta di un aggiornamento importante rispetto al Redmi Note 8 e anche al Note 8 Pro, ad eccezione della parte anteriore della fotocamera.
In ultima analisi il Redmi Note 9 Pro è un buon telefono, ma non è il migliore.
Forse si tratta di una scelta intenzionale da parte dell’azienda che vuole vendere più unità del suo Redmi Note 9 Pro Max.
Inoltre la posizione del prodotto all’interno della gamma Redmi Note e un po’ confusa: formalmente è il successore del Redmi Note 8 Pro, ma sembra che sia il Note 9 ad essere veramente il prossimo prodotto di punta di casa Xiaomi.