Apple presenta al mondo le prime novità dell’era post Steve Jobs, in una situazione che la vede in lotta aperta con Google. Dopo che BigG ha creato Android e ha iniziato a vendere smartphone in collaborazione con i più grandi produttori, sottraendo clienti all’iPhone, Cupertino ha risposto colpendo il core business di Google: l’eliminazione di Google Maps da iPad e iPhone sottrae diversi milioni di device dagli annunci pubblicitari di Google, che non potrà non accusare il colpo in termini di incassi.
Vediamo dunque le novità che Apple ha in serbo per i suoi clienti. La prima è indubbiamente Maps per iOS, il sostituto delle mappe Google. Si tratta di una funzione che permette di avere un topografia completa delle zone geografiche, con fotografie dettagliate dei luoghi, che Apple ha realizzato per proprio conto tramite le diverse aziende acquisite ad hoc in questo periodo. In questo modo Apple viene a conoscenza delle ricerche e delle preferenze locali degli utenti, sottraendo una miniera di informazioni al rivale, e ponendo le basi, forse, per una sua iniziativa di annunci pubblicitari.
Siri è invece un assistente vocale, una specie di navigatore satellitare che assiste alla guida, per iPhone che tuttavia ha una valenza strategica enorme. Se ora si configura come una semplice app, una delle tante, la sua vocalità e soprattutto il fatto che ad una richiesta fatta dall’utente vengono mostrati dei risultati significa non solo che si tratta di uno di quei prodotti che possono diventare un must per gli automobilisti, e il fatto che BMW, General Motors, e Honda abbiano già chiesto di poterla provare lo conferma, ma che un giorno potrebbe chiaramente diventare il motore di ricerca della Apple, andando nuovamente a colpire Google alla gola. In questo caso saranno non solo le ricerche generali, ma soprattutto quelle locali, di vie, alberghi e ristoranti che Google Plus Local vuole coprire, ad avere un nuovo temibile rivale.
Anche lo sviluppo è un territorio di combattimento. Se migliaia di programmatori si sono impegnati per rendere grande Android, creando milioni di app, alla conferenza di presentazione è stato dimostrato come mentre gli altri sistemi operativi siano alla quarta generazione, Apple è già arrivata alla versione iOS 6 e quasi tutti gli utenti hanno già aggiornato il proprio sistema. Insomma, il messaggio è chiaro: gli sviluppatori dovrebbero trovare conveniente lavorare per i sistemi Apple, evitando di dover produrre più versioni della stessa applicazione. Anche questa iniziativa è volta a sottrarre a Google una gran parte di developer, e di assicurarsi una forza lavoro che può ulteriormente sostenere i prodotti di Cupertino.
Altro colpo pericoloso, l’integrazione di Facebook. Il gigante dei social network è un collega da trattare con le pinze, visto che sta pensando di sviluppare un proprio smartphone andando a scontrarsi proprio con gli smartphone Android ma soprattutto con l’iPhone, ma in questo caso l’alleanza è ancora possibile, e ospitare un acerrimo nemico di Google permette di fare muro contro l’avversario comune. Da oggi gli utenti potranno postare sul loro profilo direttamente dalle app di Apple, così come i contatti e il calendario sono automaticamente collegati e sincronizzati con una perfetta integrazione fra le due aziende.
Apple ha integrato Facebook anche in iTunes e nell’App Store. “Crediamo che la più grande mossa che Apple possa fare è rafforzare non solo l’interazione all’interno di un proprio ecosistema, ma anche la creazione di un consorzio di partner Web per offrire un’esperienza che vive in gran parte al di fuori delle mura di Google. Crediamo che questa attenzione nel coinvolgere partner importanti del Web continui a differenziare significativamente iOS da Android.”
A questo punto, la guerra fra le due aziende è chiara. Lo strapotere di Google nel web classico, viene attaccato e minato dai social, Facebook e Twitter in primis, che convogliano immani quantità di utenti, e da Apple che ha deciso di bloccare l’avanzata di BigG sul mobile, la nuova frontiera della connessione internet. I giochi, insomma, sono aperti.
Agostino Guardamagna