Vi siete mai chiesti perché il progetto “Smell-O-Vision“, il televisore capace di accompagnare le immagini alla diffusione dei relativi odori, non sia realmente mai veramente decollato? Non tanto per le difficoltà tecniche – che, considerato lo stato delle tecnologie presenti sul mercato, rappresenterebbe un progetto più che fattibile – quanto per un insormontabile ostacolo di fondo: la gente.
Le persone vogliono divertirsi vedendo e ascoltando, talvolta provando delle sensazioni tattili (come nel caso dei controller con vibrazione per videogiochi), ma di certo senza odorare l’acqua di colonia di un noto attore cinematografico.
Nonostante questo, una startup sudcoreana sta attualmente cercando di ottenere finanziamenti per un sistema chiamato Aromajoin, un diffusore avanzato di fragranze ispirato alla madre del suo inventore, l’imprenditore Dong-Wook Kim. In questo caso, il diffusore sarebbe nato da un ricordo legato all’infanzia del manager sudcoreano, dove al profumo della madre associava la comparsa di una serie di colori sul televisore del salotto.
Aromajoin è rimasto in fase di studio per diversi anni, fino alla comparsa della prima macchina capace di rilasciare odori a partire da cartucce di profumo solido: il diffusore collegato al meccanismo si occupa quindi di intaccare le cartucce e sprigionare piccole quantità di aromi, in concomitanza di determinate immagini sullo schermo o di precisi suoni prodotti dalle casse acustiche.
Ogni cartuccia di aroma è in grado di sprigionare sbuffi di profumo circa 45.000 volte prima di esaurirsi. Gli odori sprigionati hanno inoltre la caratteristica di svanire rapidamente, in modo tale da non impregnare gli ambienti nei quali vengono rilasciati e “contaminare” le successive diffusioni di fragranze.
Il meccanismo di erogazione, inoltre, è in grado di rilasciare fino a sei profumi contemporaneamente che si possono quindi miscelare fra loro per creare combinazioni personalizzate.
Il software Aroma Player utilizzato per controllare il rilascio del profumo è per certi versi simile a un software di editing audio: il primo passaggio consiste nell’individuare il momento del video in cui si desidera rilasciare il profumo, il successivo nel “trascinare” all’interno della timeline l’aroma più appropriato. Il software invia quindi i piccoli sbuffi di profumo in corrispondenza delle immagini, diffondendo gli odori nell’ambiente al momento giusto.
Attualmente, Aromajoin viene proposto sul mercato per circa 2.500 dollari ed è in grado di offrire circa 500 profumi. Inoltre, Kim è al momento l’unica persona al mondo a conoscere con esattezza il preciso funzionamento di tutte le componenti del macchinario. Hardware e circuiti stampati sono prodotti da aziende terze, ma l’assemblaggio finale avviene manualmente a cura dell’inventore all’interno del suo laboratorio. L’obiettivo finale di questa tecnologia è quello di rendere il profumo onnipresente tanto quanto il suono nell’ambito della pubblicità e dell’intrattenimento.
I mercati iniziali potrebbero cinema, negozi, pubblicità digitale ma anche l’home entertainment, coinvolgendo normali famiglie sedute sul divano di casa a guardare la tv.