Punti chiave
Call of Duty Black Ops III, recensione. Avviso a tutti i giocatori: come ogni anno, l’arrivo del nuovo capitolo di Call of Duty (che si tratti di Black Ops, Modern Warfare o Advanced Warfare) non lascia indifferenti. Così come lo stuolo di polemiche e critiche che accompagna ogni edizione di questa fortunata saga, forse la più amata nel genere FPS. Ma Call of Duty Black Ops III rappresenta una rottura con il passato, grazie alla quantità di novità e modalità differenti che portano una sferzata di aria nuova in un titolo forse ormai troppo inflazionato, che ha saputo reinventarsi e offrire nuovi orizzonti videoludici. Scopriamoli insieme.
Call of Duty Black Ops III recensione: single player e multiplayer a confronto
Per questo nuovo capitolo della saga firmata Activision, gli sviluppatori di Treyarch hanno lavorato sodo realizzando ambientazioni futuristiche, moderne, convincenti e particolareggiate nei minimi dettagli. In questo scenario le truppe Black Ops (soldati bionici caratterizzati da intelligenza e forza sovraumana, connessi l’un l’altro grazie alla tecnologia Direct Neural Interface) si muovono all’interno di un contesto apocalittico dando vita a combattimenti al limite del reale. I potenziamenti derivanti dalla tecnologia rendono infatti possibili mosse speciali mai viste nei titoli precedenti, come la possibilità di camminare sui muri, spiccare salti di decine di metri e compiere azioni tipiche dei cyborg, molto lontane da quelle dei vecchi Call of Duty ambientati nella seconda Guerra Mondiale.
La novità principale riguarda la possibilità di giocare l’intera storia in modalità multiplayer, con la cooperazione online di 4 giocatori. In questo modo è possibile sfruttare appieno Call of Duty Black Ops III mettendo in campo strategie complesse, conferendo a ogni giocatore un compito ben preciso ed elaborando tattiche sempre nuove, grazie alla possibilità dei singoli personaggi di crescere in esperienza, skills e “poteri” che si acquisiscono durante il gioco. La modalità co-op regala un gusto tutto nuovo alla saga, con la possibilità di affrontare gli scenari in maniera sempre diversa e di escogitare manovre differenti per eliminare gli avversari. Anche perchè ogni giocatore può scegliere la sua categoria di personaggio (Ruin, Spectre, Reaper, Prophet, Outrider, Seraph, Nomad, Battery, Firebreak), ciascuno con le sue caratteristiche e le sue skills uniche.
La modalità single player si basa maggiormente sulla crescita del personaggio, sulla cura delle skills acquisite e sulla cura di quegli aspetti individuali che ci si possono aspettare da questa tipologia di gioco. Il personaggio cresce, diventa sempre più potente e in grado si spazzare via quantità maggiori di nemici. Ma senza quello spessore e quel divertimento garantito dalla modalità multiplayer.
Call of Duty Black Ops III recensione: la modalità zombie
Capita spesso che, terminato un gioco First Person Shooter, questi rimanga sullo scaffale per mesi o anni. Call of Duty Black Ops III fa eccezione alla regola: una volta terminata la storia principale (in single o multiplayer), viene sbloccata l’attesissima modalità zombie. A questo punto, gli scenari avveniristici e le tecnologie del futuro scompaiono totalmente facendo fare al giocatore un tuffo nel passato, negli anni ’40 del XX secolo.
Questa volta, però, niente seconda Guerra Mondiale e niente battaglie tra eserciti. Siamo negli Stati Uniti, nei vicoli a tinte fosche delle grandi e malfamate metropoli, caratterizzate dalla presenza di eccessi, club privè e quell’atmosfera noir ormai dimenticata. In questo contesto vintage troviamo a sorpresa star hollywoodiane del calibro di Jeff Goldblum e Ron Perlman, perfettamente digitalizzati e calati nelle vesti (e nelle armi) dell’epoca. A questo punto, nei suggestivi vicoli poco illuminati, orde di zombie dagli occhi fiammeggianti ci si pareranno davanti, rincorrendoci e invitandoci a far fuoco all’impazzata.
Non solo in single player: in multiplayer è possibile attivare la modalità co-op che ci catapulterà insieme ad altri 3 compagni in un’avventura di sopravvivenza, dove tra le ondate di non morti e i giocatori voleranno tonnellate di piombo e adrenalina a non finire. Anche in questo caso il coinvolgimento è totale, tanto da farci dimenticare di essere in Call of Duty Black Ops III: si ha la sensazione di giocare a tutt’altro gioco. Un espediente riuscito ottimamente, capace di far aumentare la longevità del titolo una volta completata la campagna principale ambientata nel futuro.
Call of Duty Black Ops III recensione: conclusioni
Dopo averlo provato, le sensazioni su Call of Duty Black Ops III sono contrastanti, ma in senso positivo. L’ottima giocabilità del titolo conferma la tradizione dei capitoli precedenti, con l’aggiunta di nuove mosse e dinamiche di gioco rese possibili dai “superpoteri” dei personaggi. Il livello di dettaglio grafico raggiunge quasi la perfezione, aumentando il coinvolgimento complessivo. Gli elementi “classici” della saga vengono ripresi e migliorati con l’aggiunta di importanti novità, come la campagna co-op e la modalità zombie che potrebbe tranquillamente essere scambiata per un gioco tutto nuovo.
Difficile, in un gioco così vario e complesso, trovare dei difetti. Call of Duty Black Ops III è un titolo capace di soddisfare tutti gli amanti del genere, per la sua varietà e per la sua capacità di immergere i giocatori negli scenari. Pur procedendo su binari prestabiliti, la narrazione di gioco si sviluppa in modo fluido e avvincente, offrendo la possibilità di combattere, guidare veicoli, costruire tattiche insieme ad altri giocatori ed esplorare scenari avveniristici sempre diversi fra loro. Un titolo davvero ben fatto, convincente e a tratti epico, da giocare e rigiocare.