Giorgia Meloni esulta per il risultato delle elezioni europee che vede Fratelli d’Italia raggiungere il 28,8%. La premier, interpretando anche il buon risultato del Partito Democratico (24,08%), dichiara che il voto riporta in Italia la logica dei due schieramenti. Ciò che Meloni non dice, ma che i numeri confermano, è che la frenata di Matteo Salvini garantisce maggiore stabilità al suo governo. Le elezioni hanno registrato un record negativo di votanti, con l’astensione che supera per la prima volta il 50%.
Meloni esprime soddisfazione per il numero di preferenze ottenute, dichiarando che ciò le permetterà di presentarsi al G7 “con il governo più forte di tutti in Europa”. Il test elettorale conferma che la luna di miele con gli italiani non è finita. Anche il buon risultato di Forza Italia, alle prime elezioni dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, conferma un quadro di stabilità, con Fratelli d’Italia che domina. “Non ho mai temuto scosse per il governo”, assicura Meloni a Bruno Vespa, sottolineando l’importanza della consapevolezza del compito comune con Salvini e Tajani.
Dall’altra parte, Elly Schlein esulta per l’ottimo risultato del PD, che segna un trend di crescita promettente. “Il messaggio è chiaro, Giorgia Meloni stiamo arrivando”, commenta Schlein, aggiungendo che il crollo del Movimento 5 Stelle conferma che l’alternativa è in mano ai democratici. Il boom dell’Alleanza Verdi e Sinistra, con il 6,7%, conferma l’appeal tra i giovani elettori.
Il dato dei votanti fuori sede vede il centrosinistra trionfare, con Avs al 40,35% e il PD al 25%. La forte candidatura di Ilaria Salis apre ora la questione dell’immunità tra Italia e Ungheria. La lettura di Meloni sul ritorno del bipolarismo trova conferma anche nella debacle dei riformisti centristi: Azione di Carlo Calenda si ferma al 3,3% e Stati Uniti d’Europa al 3,7%.
La Lega avvia una riflessione interna dopo il risultato deludente di Salvini, mentre i Cinque Stelle affrontano una flessione dolorosa con Giuseppe Conte che si colloca sotto il 10%. Adesso l’attenzione si sposta sul puzzle europeo per l’elezione del prossimo presidente della Commissione, con Meloni che mantiene un riserbo sul bis di von der Leyen e il PD che compete con il Psoe di Pedro Sanchez per la guida dei socialisti all’Eurocamera.