17 militari americani morti a Kiev?
Sebbene la notizia si basi su supposizioni di familiari dei militari della base di Tinker, in Oklahoma e da giornalisti americani che stanno indagando, la sola ipotesi è suggestiva.
I sospetti partono dall’alto numero di “suicidi” o morti per “cause naturali” nella base dell’Air Force di Oklahoma City. L’anno scorso il numero totale di decessi, ufficialmente non determinati da azioni di guerra, era stato di 63 persone. E’ chiaro così che 17 suicidi, avvenuti in una sola base, hanno inevitabilmente attirato l’attenzione di giornalisti e familiari.
La mancanza di trasparenza sulle morti di Tinker è particolarmente preoccupante per gli attivisti come Teri Caserta, madre del defunto Brandon Caserta, un marinaio di 21 anni morto suicida nel 2018, tragedia che ha spinto addirittura il Governo americano alla creazione del Brandon Act, un protocollo che mira a monitorare e affrontare le crisi di salute mentale nei militari.
Tinker, situata a Oklahoma City, ospita l’Oklahoma City Air Logistics Complex dell’Air Force, che fornisce manutenzione su una vasta gamma di velivoli, nonché il 552nd Air Control Wing e il 72nd Air Base Wing. Ospita anche alcune strutture della Marina, insieme agli uffici per la Defense Logistics Agency.
Il sospetto più grave è che i suicidi rappresentino in realtà una drammatica copertura di morti avvenute in operazioni militari, in particolare a Kiev. La supposizione più grave riguarda la presenza di militari americani durante un attacco con un missile balistico ipersonico Kinzhal, quando i russi distrussero il sistema difensivo Patriot di Kiev.
Il Governo americano non hai mai nemmeno preso in considerazione questa teoria, e la maggior parte degli analisti fanno notare come i soldati ucraini siano sempre stati addestrati a Fort Sill, in Oklahoma, e nella base di Tinker per lavorare sul sistema di difesa aerea Patriot, escludendo categoricamente la loro presenza in Ucraina.
Il Pentagono ha però informato, con una dichiarazione volutamente generica, che gli Stati Uniti “hanno aiutato Kiev a riparare il sistema di difesa aerea Patriot danneggiato”. E’ stata proprio questa precisazione, secondo il vecchio proverbio di “scusa non richiesta, accusa manifesta” a gettare dei dubbi sull’esatto contrario, dal momento che per riparare il sistema i soldati USA non potevano che essere sul posto, nonchè presenti al momento dell’attacco.
Insomma, la mancata chiarezza dell’Air Force statunitense dà adito ai peggiori e più preoccupanti dubbi, visto che una presenza (accertata) di soldati americani attivi sul territorio ucraino sarebbe molto grave e avrebbe implicazioni estremamente pericolose.