A cura dell’Avvocato Rossella Galante
E’ stato il 2015 l’anno in cui i governi dei 193 paesi membri delle Nazioni Unite hanno sottoscritto un programma comune per il raggiungimento di 17 obiettivi considerati essenziali per la salvaguardia del pianeta e per il raggiungimento della pace e della prosperità delle persone che ci vivono.
I paesi firmatari si sono impegnati a raggiungere tali obiettivi, denominati SDG’s (SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS), entro il 2030.
Per raggiungere il modello sostenibile di sviluppo individuato dall’agenda 2030 dell’ONU, ogni paese si è impegnato a realizzare la transizione verso la realizzazione degli obiettivi indicati adottando varie strategie nazionali.
L’appello è stato rivolto sia ai paesi sviluppati che a quelli in via di sviluppo affinché trovino urgentemente delle soluzioni ad una serie fondamentale di problemi che ad oggi impediscono di raggiungere i seguenti 17 obiettivi:
- Porre fine a ogni forma di povertà nel mondo
- Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
- Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
- Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti
- Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze
- Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie
- Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
- Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti
- Realizzare infrastrutture resistenti, industrializzazione sostenibile e innovazione
- Ridurre le disuguaglianze
- Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
- Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
- Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere i cambiamenti climatici
- Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
- Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre
- Raggiungere una pace duratura, utilizzare giustizia e realizzare istituzioni forti
- Rafforzare i mezzi di attuazione degli obiettivi e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile
Ogni paese, in base alle proprie capacità, si è adoperato quindi per contribuire, con politiche simili ma diverse, ad arrivare al traguardo della crescita economica, dell’inclusione sociale e della tutela ambientale.
L’OBIETTIVO 5
Dei 17 obiettivi auspicati, un traguardo particolarmente rilevante per tutte le donne del mondo è senza dubbio il Goal numero 5.
Tale obiettivo intende accelerare il raggiungimento di una parità di genere in ambito lavorativo intesa sia riguardo all’ uguaglianza nella facilità di accesso ad opportunità lavorative, sia nella parità di trattamento retributivo affinché si ponga fine alla esistente discriminazione nell’assegnazione di posizioni dirigenziali ed alla possibilità di conciliare la vita familiare con il lavoro.
Nonostante, infatti, negli ultimi anni siano stati fatti passi avanti nell’integrazione della figura femminile e del suo empowerment nel mondo del lavoro, la disuguaglianza di genere ancora rappresenta un grosso ostacolo al raggiungimento dello sviluppo sostenibile, della crescita economica e della riduzione della povertà.
Nel 2022 l’Italia si è collocata al 63^ posto nella classifica del “Global Gender Gap Index”, nel quale al 1^ posto troviamo l’Islanda mentre al 146^ ed ultimo si trova l’Afghanistan. Il nostro paese si colloca addirittura dietro ad Uganda e Zambia, rispettivamente al 61^ e 63^ posto.
La Germania si pone al 10^ posto mentre la Francia al 15^ e la Spagna al 17^.
E dire che l’Italia già nel 1948 attraverso la Costituzione, con l’articolo 3 ed in particolare con il 37, affermava (e continua a farlo) il principio che la donna lavoratrice, a parità di lavoro, ha il diritto di godere della stessa retribuzione del lavoratore uomo.
Diritto ribadito, ampliato e regolato da una serie di interventi legislativi quali la L. 903/1997, denominata “Legge di Parità” e la L.125//1991, che hanno introdotto le cosiddette politiche di genere, il D. Lgs. 198/2006, famoso come “Codice delle Pari Opportunità”, fino alla recente L 162/2021 che introduce la certificazione di parità.
L’Italia ha inteso intervenire nel raggiungimento dell’obiettivo di colmare il Gender Gap attraverso la Prassi UNI/PdR 125/2022.
Si tratta di una linea guida (le prassi infatti non sono norme) che, nel caso specifico, spinge a velocizzare il raggiungimento di una vera parità di genere attraverso un cambiamento culturale.
La prassi è rivolta a tutte le organizzazioni, di qualsiasi dimensione e specializzate in qualsiasi settore o attività, affinché migliorino la propria performance per “ridurre la disparità di genere e promuovere l’equità e l’inclusione”.
E’ previsto infatti che alle aziende che, su base assolutamente volontaria, adottando la prassi in questione, applichino la certificazione della parità di genere, ovverosia rispettino, almeno il 60% degli indicatori di prestazione (denominati KPI) nelle varie aree di intervento specificatamente indicate, vengono riconosciuti dei vantaggi.
Oltre a poter vantare una reputazione virtuosa, viene loro riconosciuto un esonero sul versamento dei contributi previdenziali nella misura non superiore all’1% su base mensile, fino ad un massimo di € 50.000,00 annui, oltre ad un punteggio premiale in caso di partecipazione a gare di appalto ed alla diminuzione della garanzia del 30% nei contratti per servizi e forniture.
A questi vantaggi si aggiungono degli ulteriori incentivi previsti a livello regionale in particolare per le piccole e medie imprese volte a finanziare sia le spese di certificazione che quelle di consulenza.
Sono in fase di attuazione altri incentivi a livello nazionale.
E’ auspicabile quindi che tutte le aziende si predispongano per attuare a breve le procedure previste dalla prassi Uni/125 affinché a tutte le donne lavoratrici vengano assicurati gli stessi diritti, gli stessi vantaggi e le stesse opportunità riconosciute agli uomini, accogliendo un appello considerato urgente già nel 2015 ed ancora disperatamente disatteso.
Sull’autrice
L’avvocato Rossella Galante è specializzata in diritto di famiglia e di tutte le questioni relative alla parità di genere. Da sempre molto sensibile a tutti i temi sociali, l’avvocato Rossella Galante offre la sua consulenza legale garantendo a tutti i clienti il massimo supporto e professionalità.