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I Bitcoin, la valuta digitale che negli ultimi anni sta spopolando in tutto il mondo, ha attirato l’attenzione dell’universo bancario, dei finanzieri ma soprattutto delle centinaia di migliaia di piccoli investitori, persone in tutto il mondo che hanno iniziato ad usarle. Ma la domanda è d’obbligo: si tratta di una bolla speculativa destinata a scoppiare e a lasciare sul lastrico gli sprovveduti che ci stanno investendo senza riguardo, o si tratta di uno scenario solido e sostenibile nel futuro?
I Bitcoin sono una valuta digitale, conosciuta anche come criptovaluta, emersa dopo la recente crisi finanziaria, completamente indipendente da qualsiasi banca centrale. Permette alle persone di superare le banche e i tradizionali metodi di pagamento per beni e servizi.
E’ questa l’idea fondante, che ha scatenato l’interesse degli investitori e che ha consentito al prezzo di un singolo Bitcoin di aumentare del 900% nel corso del solo 2017.
I Bitcoin, creati dai cosiddetti “minatori”, che utilizzano dei computer particolarmente potenti per risolvere algoritmi matematici complessi, devono essere conservati in un portafoglio digitale online (wallet) e possono essere comprati o venduti attraverso piattaforme di scambio come Bitstamp, Bithumb e Kraken.
Bitcoin. La criptovaluta virtuale assomiglia alle antiche bolle speculative
Ma dal momento che i Bitcoin hanno conquistato il grande pubblico, è nata la paura che si tratti di una bolla speculativa, anche in virtù del fatto che non viene utilizzata tanto come moneta di scambio, ma soprattutto come mezzo per accumulare valore, il che apre la strada ad operazioni di ogni tipo e genere, e che infatti ha permesso ai criminali informatici di avere uno straordinario strumento per movimentare denaro con poca tracciabilità.
Le banche centrali e i loro esperti hanno lanciato diversi allarmi, e gli economisti hanno confrontato il comportamento dei Bitcoin con le bolle speculative finanziarie che si sono succedute nei secoli precedenti.
Alcune situazioni simili furono infatti la compravendita di tulipani nel XVII secolo in Olanda, le paventate ricchezze nel commercio del mare del Sud nell’Inghilterra del 18simo secolo, e più recentemente le imprese .com, quelle che nel corso degli anni ’90, credevano di poter vendere automaticamente con internet, semplicemente aprendo un sito.
In altre parole, laddove innovazioni tecnologiche davano l’impressione di poter diventare ricchi in poco tempo, lì si sono concentrate le peggiori bolle speculative, e i peggiori fallimenti della storia.
Tutti questi esempi dimostrano quanto anche i Bitcoin possano riservare cattive sorprese, soprattutto perchè parliamo di una valuta che ha un valore non intrinseco ma che viene definito, sostanzialmente, dalla stessa comunità dei suoi proprietari.
Oliver White, che lavora alla Phantom Financial Consulting, ha giudicato i Bitcoin come fenomeno che rientra pienamente nelle caratteristiche di una possibile bolla speculativa.
Analizzando i dati a ritroso fino al 2013, gli economisti della Phantom hanno verificato il prezzo medio di un Bitcoin e hanno potuto constatare che il valore medio di una unità è aumentato di 6 volte rispetto al suo equivalente del 2013. La criptovaluta ha anche dimostrato una estrema volatilità nel brevissimo periodo: in una settimana il prezzo è passato da 11 dollari, ai 9, ed è risalito sui 10.
Gli entusiasti del Bitcoin rispondono che il prezzo sarà destinato ad aumentare, e così il suo valore, e vedono la volatilità come un passaggio necessario per acquisire maggiore forza nel futuro. I fan del Bitcoin, che vogliono insomma vedere il bicchiere mezzo pieno, hanno anche coniato un nuovo termine per descrivere la tattica che consiste nello sfruttare beatamente le ampie fluttuazioni del Bitcoin: Hodl.
Possiamo dire che al momento attuale la strategia migliore potrebbe essere quella dell'”osserva e aspetta“. Importanti investitori cominciano ad essere interessati al mercato della criptovaluta, dopo che è stato dominato sostanzialmente dai ricercatori e dal mondo della criminalità online.
La borsa del Chicago Mercantile Exchange, per esempio, ha introdotto dei derivati del Bitcoin che gli ha permesso di creare dei fondi disponibili sul mercato, in poco tempo. Ma gli stessi esperti dicono di aspettare.
Gli analisti finanziari, infatti, spiegano che al momento dello scoppio della bolla speculativa della Dotcom, il valore sul mercato della bolla era di 2,9 trilioni di dollari, appena prima del collasso nel 2000, mentre il mercato dei Bitcoin si attesta attualmente sui 170 miliardi. Questo potrebbe essere un segnale che è troppo presto per giudicare, e anche una eventuale esplosione della bolla speculativa è piuttosto lontana nel tempo.
Bitcoin. Bolla speculativa o meno, la realtà è che ci emoziona
Il sogno, piuttosto ardito, dei creatori dei Bitcoin, di una valuta che possa esistere fuori dal tradizionale mondo della finanza, sembra poter reggere ancora a lungo. Anche perchè il mercato si nutre spesso di emozioni.
Diversi analisti hanno sottolineato che l’aumento rapido dei Bitcoin e la creazione del mito del guadagno facile ha attratto molti più compratori rispetto alla media dei nuovi prodotti finanziari. Le bolle speculative sono spesso guidate dalle storie e dai sentimenti, e i Bitcoin hanno una grande storia alle spalle capace di suscitare ammirazione.
D’altronde l’origine dei Bitcoin è piuttosto misteriosa. La valuta sarebbe stata creata da una leggendaria figura chiamata Satoshi Nakamoto, anche se non c’è prova che si tratti di una persona reale.
L’assenza di qualsiasi Governo o banca che stia dietro alla valuta aumenta la sua attrattiva, specie per coloro che sono profondamente scontenti del sistema finanziario e del comportamento degli istituti di credito in generale.
Nel frattempo sul mercato di Londra, nella piazza del “Silicon Roundabout”, ricca di startup del mondo tecnologico, si teme un collasso del valore del Bitcoin neanche troppo lontano. Anche se dovesse accadere, i principali individui ad avere problemi sarebbero coloro che hanno investito con generosità e il mondo dell’alta finanza, mentre la piccola economia reale non ne sarebbe spaventata.
Un ristorante, ad esempio, non è particolarmente esposto ad un eventuale scoppio della bolla speculativa sui Bitcoin, in quanto i clienti pagano attraverso un’applicazione che risolve immediatamente il rischio convertendo i pagamenti in Bitcoin in denaro reale, sebbene eventuali ritardi nella blockchain (il sistema mondiale di gestione dei Bitcoin) può alterarne il valore rispetto al momento della transazione. E per certi versi conviene, visto che i pagamenti con questa criptovaluta sono esenti dalle altissime commissioni imposte dalle compagnie di carte di credito.
Probabilmente l’approccio migliore, nella diatriba mondiale sul valore dei Bitcoin, potrebbe essere quello di aspettare che il mercato diventi più maturo, che vengano inventati degli strumenti per impedire l’utilizzo prevalente da parte di pirati informatici e di hacker, e che in fondo i più intelligenti siano i piccoli negozianti.
Che iniziano ad abbinare ai tradizionali pagamenti anche quelli in Bitcoin senza, tuttavia, mettere a repentaglio grossi investimenti, considerando la criptovaluta come una nicchia da sfruttare per rimanere all’avanguardia, ma senza farci troppo affidamento.