A cura di Roberto Trizio
Conviene adottare soluzione Open Source in azienda? o vi sono costi nascosti e inconvenienti dietro l’angolo? Su un argomento particolarmente importante, specie in tempo di crisi, abbiamo chiesto un parere ad Emanuela Giannetta, Software Product Marketing Manager di Sun Microsystems Italia.
Sun è un’azienda che, ovviamente, mira al profitto. Perchè avete scelto di distribuire un prodotto gratuito? Perchè questo tipo di business?
Sun è uno dei maggiori contributori mondiali al patrimonio di codice open source e ha donato a progetti open source alcuni degli asset fondamentali del proprio capitale di proprietà intellettuale: il Sistema Operativo Solaris, la suite di produttività individuale OpenOffice e l’intero corpus della piattaforma Java. Inoltre, Sun ha condiviso in progetti open source anche tecnologie strettamente legate all’hardware con le iniziative OpenSPARC e Open Source Storage-ZFS.
Il punto d’arrivo di questo approccio “contributivo” al fenomeno delle comunità Open Source è un modello di business che vede il passaggio dalla distribuzione community alla distribuzione commerciale come risposta a valore aggiunto per le aziende che intendono accettare e adottare il software open source come strumento di business. Partendo dal presupposto che il software open source è un software di qualità (grazie alla reputazione guadagnata attraverso le community) e che la barriera all’accesso è abbattuta dal meccanismo di download gratuito delle distribuzioni community, cioè il codice liberamente messo a disposizione su Internet, Sun crede che ci sia uno spazio di business nel trasformare una distribuzione community in una distribuzione commerciale a pagamento.
La distribuzione commerciale a pagamento aggiunge alla distribuzione community quegli elementi e quelle garanzie che sono necessari alla imprese per soddisfare i tipici Service Level Agreement degli scenari di business: avere copertura legale in caso di contenziosi sui termini e condizioni legate alla licenza open source del prodotto utilizzato (quello che gli americani chiamano indemnification), avere una matrice di compatibilità certificata sulle singole versioni, avere visibilità sui tempi del ciclo di vita del prodotto, liberare risorse di sviluppo/sistemistiche nella fase di produzione grazie a un servizio di supporto specializzato garantito a fronte di problemi sul codice.
Le distribuzioni commerciali di Sun spaziano su tutto l’arco del software d’infrastruttura; il messaggio chiave è: l’adozione del software open source è una grande opportunità per le imprese di ogni tipo, che possono comunque soddisfare le esigenze di affidabilità e sostenibilità dei vincoli del proprio business attraverso l’acquisto di distribuzioni commerciali equivalenti.
Il modello open source si basa sul concetto di condivisione: di idee, di codice, di innovazione. Secondo la visione di Sun, l’open source costituisce il modello di sviluppo e di business ideale per l’economia di oggi, basata sulle community e caratterizzata da una connettività estremamente diffusa. A nostro avviso il modello open source offre a utenti e sviluppatori la giusta libertà, favorendo un’innovazione genuinamente collaborativa.
Suggerireste il vostro modello di business ad una PMI italiana o è un approccio che funziona solo con grossi gruppi?
Le PMI e la PAL sono i soggetti che possono trarre i maggiori vantaggi dalle nuove economie del software rese possibili dal modello Open Source. Questo per due motivi. Primo, perchè spesso PMI e PAL soffrono la barriera all’accesso alle tecnologie, non possono trattare con i vendor condizioni di favore in base al volume degli acquisti e devono investire budget non trascurabili anche nel semplice studio di fattibilità di un nuovo progetto.
Con l’open source invece è consentito pagare il software solo al “momento di riconoscimento del valore” cioè al momento del passaggio in produzione, quando la possibilità di acquistare una distribuzione commerciale diventa un’opzione redditizia nel calcolo del TCO. Il secondo motivo è che le soluzioni open source favoriscono lo sviluppo sul territorio di competenze altamente qualificate, competenza che possono essere facilmente “ingaggiate” dalle PMI in un circolo virtuoso d’imprenditoria locale.
3. Eccetto la gratuità, quali vantaggi ci sono nello scegliere i vostri prodotti?
Bill Vass, President & COO Sun Microsystems Federal ha indicato chiaramente nel suo blog ufficiale sei motivi, oltre la gratuità, per i quali vediamo le persone passare all’open source:
1) Miglioramento della sicurezza e della privacy rispetto al software proprietario e a quello “closed source”
2) Procurement più rapido, in modo che i programmi possano essere implementati più velocemente
3) Nessun legame o vincolo rispetto a un unico vendor: il supporto può essere fornito da chiunque in quanto il codice è di pubblico dominio
4) Costi ridotti per la licenza e l’assistenza: in genere i prodotti open source forniscono le medesime funzionalità all’80-90% di costo in meno per i contribuenti
5) Qualità più alta. Normalmente i prodotti open source vengono sottoposti a verifiche qualitative tre volte in più rispetto ai software proprietari: si tratta delle verifiche della community, quelle dell’indemnification e quelle che portano a comporre il prodotto finito.
6) La Pubblica Amministrazione e le aziende possono entrare a fare parte della comunità open source esprimendo e integrando le loro specifiche richieste all’interno del prodotto.
Di norma, inoltre, i prodotti open source supportati sono sottoposti al triplo delle verifiche qualitative rispetto ai software proprietari, dovendo superare le verifiche della community, quelle dell’indemnification e quelle che portano a comporre il prodotto finito.
Oltre a ciò, ricordato che la gratuità è solo nelle distribuzioni community e non in quelle professionali commerciali, possiamo citare un vecchio assunto di MySQL, ovvero “al mondo esistono soggetti che investono tempo per risparmiare denaro e soggetti che investono denaro per risparmiare tempo”. In pratica, se come PMI faccio di mestiere la software house, posso dedicare tempo ed energie ad acquisire skill molto richiesti sul mercato e trovare uno spazio di business. Se invece come PMI uso l’IT come puro strumento a servizio del business, posso ottenere software di qualità, con supporto commerciale, a costi contenuti.
Perchè il grande vantaggio dell’open source è la qualità dovuta al modello di sviluppo condiviso, come ormai testimoniato su scala mondiale da aziende e organizzazioni – quali la NASA, Google e Facebook – che, in quanto a severità di vincoli sull’affidabilità e la scalabilità, non scherzano. Infine, è opportuno ricordare la possibilità di introdurre personalizzazioni, grazie alla disponibilità del codice sorgente, e l’assenza di lock-in verso i fornitori, anche nel caso in cui si decidesse di passare nel futuro su tecnologie diverse.
Immagianiamo che utilizzi i vostri prodotti per la mia azienda. I costi espliciti sono a zero. E’ tutto gratuito. Quali sono quelli impliciti che nascono durante l’utilizzo dei vostri prodotti?
I costi sono tutti espliciti e sono diversi da zero se si vogliono rispettare i tipici Service Level Agreement degli ambienti professionali, incluse potenzialità di risparmio misurabili, stabilità e diffusione della soluzione ed esistenza di modelli e strutture di supporto confrontabili con quelle del software commerciale.
veramente interessante intervista. Sulla qualità più alta sono d’accordo, programmi open source che battono quelli closed ne è piena la terra
ma la sun ha fatto sempre ottimi prodotti, mysql è davvero un esempio ottimo di piattaforma potente.
Come suite di base open office l’ho provato per un periodo di tempo, l’unica cosa che si dovrebbe migliorare è proprio la possibilità di interagire con documenti diversi. Esempio, openoffice lo legge un documento word? e viceversa?
Devo dire che l’open source in azienda è un ottimo metodo per risparmiare. Noi abbiamo risparmiato usando la suite open office. Vero è che devi cambiare leggermente il tuo rapporto con il software da quanto siamo abituati alla suite office
Prima di fare un investimento del genere bisogna tenere conto se il mondo si muove verso l’open o il closed. Microsoft continuerà a imperare per molti decenni quindi non so quale sbocco può avere un investimento in open. non so voi cosa dite?
io sono un fanatico dell’open source. Non si può affidare l’intera produzione tecnologia di una impresa ad un solo (microsoft). e se domani ti fanno pagare il doppio? o ti buttano fuori robaccia come vista e ti obbligano pure a comprarla?
W OPEN SOURCE
I prodotti closed sono sempre stati un pò meschini, nel senso che ti legano enormemente al produtore, nei so al massimo grado