Marissa Mayer è stata chiamata alla direzione di Yahoo! per restituire nuova linfa ad un marchio storico del web. E i cambiamenti, dopo diversi CEO che non hanno lasciato particolari impronte nella direzione dell’azienda, si vedono, evidenti e importanti. Fra questi un radicale rinnovo, nella grafica e nelle funzioni, di Yahoo Mail!, ma anche un’altra idea, annunciata la scorsa estate.
Cura dimagrante – Yahoo! Mail darà un taglio netto agli account inutilizzati. In un annuncio pubblicato da Jay Rossiter sulla neo-acquisita piattaforma Tumblr, l’azienda ha deciso di eliminare i contenuti e le impostazioni di tutte le mail che non hanno registrato alcun accesso nel corso degli ultimi 12 mesi, permettendo ad utenti, come dice Rossiter, “nuovi e fedeli” di iscriversi. L’iniziativa, che rappresenta un’importante sforbiciata di costi per Yahoo!, viene presentata al pubblico come l’imperdibile possibilità di registrare il nome che si è sempre desiderato.
I rischi minori -L’operazione è particolarmente rischiosa sotto il profilo della sicurezza, ed infatti non sono tardate le perplessità, e a volte i veri e propri problemi, per l’utenza. L’elenco parte con gli svantaggi, diciamo minori, come i contenuti e le impostazioni che vanno perdute: molto spesso gli utenti hanno utilizzato Yahoo Mail come parcheggio online di risorse e documenti, e la loro cancellazione può non essere completamente indolore.
Abbastanza fastidiosi anche i link lasciati in rete, gli inviti a scrivere nella propria casella, o i moduli di contatto resi improvvisamente inutili, e non è detto che si tratti di funzioni ormai del tutto dimenticate. Discorso analogo può avvenire in tutte le applicazioni e piattaforme online dove la mail era integrata: anche in questo caso potrebbero verificarsi errori e disservizi.
Via via più interessante è il caso di utenti che abbiano volutamente occupato degli indirizzi con lo scopo di bloccare quei nomi ed impedire a qualcuno di impersonarli, siano essi privati contro eventuali sosia o aziende contro concorrenti: il lavoro sarebbe tutto da rifare.
Recupero impossibile – La cosa si fa più intrigante se pensiamo ad una eventualità che tutti prima o poi ci troviamo a dover affrontare: il recupero di una password. Qualsiasi servizio online permette di avere una nuova parola chiave qualora ce la dimenticassimo: il problema è che questa viene di norma spedita alla stessa mail che abbiamo utilizzato per iscriverci, e se questa fosse stata annullata, la cosa si fa complessa.
E’ vero che i tecnici di Yahoo! hanno inserito un dato aggiuntivo all’interno delle intestazioni dei messaggi che è in grado di avvisare le piattaforme del web che quel client non è più attivo, ma se questo può essere salvifico per il servizio online in sé, rimane abbastanza oscuro dove quella piattaforma possa spedire le nuove credenziali e come possa comunicare altrimenti con l’utente. O questo ha fornito una mail alternativa, che non sempre avviene, o viene spedito un sms, o viene fatta una telefonata, quasi un sogno.
Inoltri pericolosi – Ma i problemi si fanno gravi quando i messaggi spediti iniziano ad arrivare a tutt’altra destinazione. Nel momento in cui una persona dovesse avvalersi di un account riciclato e scegliesse inconsapevolmente uno dei nomi già utilizzati da un qualsiasi altro utente nel passato, tutti coloro che spedissero una messaggio a quell’indirizzo mail per comunicare con il vecchio proprietario, lo farebbero recapitare in realtà al nuovo possessore dell’account.
E non si tratta di teoria, in quanto i casi concreti si moltiplicano fra cui quello di Eva Chan, che registrando lo stesso nickname di un precedente utente si è vista recapitare della posta destinata al suo predecessore: delle domande sulla cura al cancro che quella persona stava intraprendendo e il questionario di un responsabile alle assunzioni.
Una prospettiva del genere non è solamente ridicola o curiosa, ma potenzialmente disastrosa se immaginiamo al posto di una normale persona uno spammer. Questo registra una serie di account riciclati, utilizzando nomi che molto probabilmente sono già stati usati, e attende che i messaggi spediti ai proprietari vengano inoltrati al suo client: ecco direttamente nella casella di posta, nuovi indirizzi per lui.
Yahoo! ha risposto alle perplessità in una mail inviata a Forbes dove viene specificato che molti account non sono associati ad alcuna mail, e che comunque fra la disattivazione e il riciclo, passano 30 giorni, durante i quali il sistema invia due avvisi all’utente, e diverse notifiche di disiscrizione a newsletter, siti di e-commerce, social network e liste di qualsiasi genere.
Una mossa azzardata – La decisione di Yahoo! rientra sicuramente nella categoria delle mosse audaci: eliminare contenuti, annullare degli account, inviare richieste di disiscrizione e consegnare mail rinnovate a diversi utenti rappresenta certamente un azzardo: ma il problema è a monte.
Nel corso degli anni l’estrema facilità nella creazione di una mail e la mancanza di una autenticazione complessa come quella di Gmail, ha reso Yahoo! la piattaforma perfetta per la creazione di client usa e getta. Ora la Mayer sta coraggiosamente dando una netta sforbiciata, che però non sarà priva di conseguenze sotto diversi profili e l’utente, che è abbastanza attento alle tematiche di sicurezza quanto enormemente delicato quando si tocca la sua comodità di navigazione, dovrà essere scontentato il meno possibile, compreso e rassicurato quando si trova di fronte a dei problemi, ed incentivato con nuove funzioni.
Un lavoro complesso e difficile che tocca uno dei servizi roccaforte di Yahoo!, che gli ha indubbiamente permesso di rimanere a galla nonostante concorrenti più preparati e innovativi, e che la Mayer dovrà toccare avendo cura di indossare i guanti.